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Festa veneziana

Tacai qua e là sui pali
Gh'è emblemi, gh'è segnali
Gh'è bandiere
Disposte in più maniere.

Gh'è padiglioni e tende
Barache de bon sesto
Per tuti quei che spende
E aver no ga podesto
A so disposizion
Un pergolo o un balcon.
E per la moltitudine ghe xe,
Previo sborso de picole monete,
Careghe, canapè
Scagni, banchete.

Va in ziro cabarè
Che sa da ogio
Co fritole e bignè
Caldi de bogio,
Gran piati de galani
Bagigi, americane;
Naranze, caramei, stracaganasse;
Storti e forti, fugazze,
Zaletini
Carobe, brustolini.
E a preferenza
Bocai pieni de vin
Che crescer fa el morbin
De quela udienza.

 


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1 commenti    

1 commenti:

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  • giampietro habeler il 20/02/2009 16:26
    Piccolo commento:-Certamente questo brano festoso ci dà un quadro molto interessante delle abitudini del popolo veneziano nei tempi passati. Già si nota l' uso del plateatico per la occupazione di "barache de bon sesto" sicuramente per la vendita di oggettistica varia e di prodotti mangerecci, come quelli elencati nel brano ed altrii. Oggigiorno il plateatico è quell'area posta davanti a bar, ristoranti, negozi per ampliare il proprio spazio di vendita, oppure per i banche di ambulanti che per vendere i prodotti esposti devono pagare a metro quadrato. L'assieparsi di gente sui pergoli e balconi, sulle rive con le careghete e quant'altro per sedersi, fa capire che le usanze per manifestazioni sia in acqua nei canali ed a terra è come ai giorni nostri. Inoltre ci fa notare l'usanza, di sgranocchiare, mangiucchiare e bere, nell'attesa dell'evento, per far passare la noia ed il nervosimo. Probabilmente anche mangiavano, rimpinzandosi visto che era festa, e bevevano andando su di giri. Termino dicendo che non molti anni fa, di quei prodotti mangerecci citati e di tanti altri prodotti mangerecci popolani si trovava da comperare in banchetti, in piccole botteghe e con il sistema della vendita ambulante. Di questi prodotti, alcuni dei quali ancora si trovano in alcuni banchetti dei mercati rionali della città di Venezia, come Via Garibaldi, oppure burci con verdure che vengono dalle isole degli orti, comeVignole, sant'Erasmo od anche da Malamocco e Pellestrina.
    Camillo Nalin (Venezia, 1789 – Venezia, 1851) è stato un poeta italiano dell'Ottocento.
    Poeta veneto dialettale, a suo tempo fece molto scalpore con il suo elogio poetico, per cui è maggiormente conosciuto, intitolato "Elogio al... Elogio ala...". Ai giorni nostri è arrivata solo un'altra opera, meno nota, "Pronostici e versi". SALUTI...