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Poesie di Gabriele D'Annunzio

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Sopra un erotik

Voglio un amore doloroso, lento,
che lento sia come una lenta morte,
e senza fine (voglio che più forte
sia de la morte) e senza mutamento.

Voglio che senza tregua in un tormento
occulto sien le nostre anime assorte;
e un mare sia presso a le nostre porte,
solo che pianga in un silenzio intento.

Voglio che sia la torre alta granito,
ed alta sia così che nel sereno
sembri attingere il grande astro polare.

Voglio un letto di porpora, e trovare
in quell'ombra giacendo su quel seno,
come in fondo a un sepolcro l'Infinito.



Qui giacciono i miei cani

Qui giacciono i miei cani
gli inutili miei cani,
stupidi ed impudichi,
novi sempre et antichi,
fedeli et infedeli
all'Ozio lor signore,
non a me uom da nulla.
Rosicchiano sotterra
nel buio senza fine
rodon gli ossi i lor ossi,
non cessano di rodere i lor ossi
vuotati di medulla
et io potrei farne
la fistola di Pan
come di sette canne
i' potrei senza cera e senza lino
farne il flauto di Pan
se Pan è il tutto e
se la morte è il tutto.
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito,
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla.



Memento audere semper

Memento audere semper
(Ricordati di osare sempre)



Il vento scrive

Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell'ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.

Ma, quando il sol declina, d'ogni nota
ombra lene si crea, d'ogni ondicella,
quasi di ciglia su soave gota.

E par che nell'immenso arido viso
della pioggia s'immilli il tuo sorriso.



Canta la gioia

Canta la gioia! Io voglio cingerti
di tutti i fiori perché tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa magnifica donatrice!

Canta l'immensa gioia di vivere,
d'esser forte, d'essere giovine,
di mordere i frutti terrestri
con saldi e bianchi denti voraci,

di por le mani audaci e cupide
su ogni dolce cosa tangibile,
di tendere l'arco su ogni
preda novella che il desìo miri,

e di ascoltare tutte le musiche,
e di guardare con occhi fiammei
il volto divino del mondo
come l'amante guarda l'amata,

e di adorare ogni fuggevole
forma, ogni segno vago, ogni immagine
vanente, ogni grazia caduca,
ogni apparenza ne l'ora breve.
Canta la gioia! Lungi da l'anima
nostro il dolore, veste cinerea.





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Poesie Gabriele D'Annunzio (1863 - 1938) è stato uno scrittore italiano, simbolo del movimento del decadentismo, ma anche un politico oltre a militare ed eroe di guerra. La figura di D'Annunzio, che ha suscitato per anni l'amore e l'odio della critica e dell'opinione pubblica, influenzò infatti in maniera significativa sia la letteratura che la politica degli anni successivi. D'Annunzio viene anche ricordato come il Vate d'Italia.
Proprio per questi motivi oltre alle sue poesie si ricordano anche molti aforismi di Gabriele D'Annunzio.

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