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La guazza

Laggiù, nella notte, tra scosse
d'un lento sonaglio, uno scalpito
è fermo. Non anco son rosse
le cime dell'alpi.
Nel cielo d'un languido azzurro,
le stelle si sbiancano appena:
si sente un confuso sussurro
nell'aria serena.
Chi passa per tacite strade?
Chi parla da tacite soglie?
Nessuno. È la guazza che cade
sopr'aride foglie.
Si parte, ch'è ora, nè giorno,
sbarrando le vane pupille;
si parte tra un murmure intorno
di piccole stille.
In mezzo alle tenebre sole,
qualcuna riluce un minuto;
riflette il tuo Sole, o mio Sole:
poi cade: ha veduto.

 


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2 commenti    

2 commenti:

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  • Maurizio Cortese il 20/10/2011 17:33
    Semplicemente unica nel suo autunnale procedere.
  • il 18/10/2011 17:11
    Ho dovuto leggerla due volte per gustarla, ma n'e' valsa la pena. Piaciuta!