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Sorella (a Maria)

Io non so se più madre gli sia
la mesta sorella o più figlia:
ella dolce ella grave ella pia,
corregge conforta consiglia.

A lui preme i capelli, l'abbraccia
pensoso, gli dice, Che hai?
a lui cela sul petto la faccia
confusa, gli dice, Non sai?

Ella serba nel pallido viso,
negli occhi che sfuggono intorno,
ah! per quando egli parte il sorriso,
le lagrime per il ritorno.

Per l'assente la madia che odora
serbò la vivanda più buona;
e lo accoglie lo sguardo che ignora,
col bacio che sa, ma perdona.

Ella cuce; nell'ombra romita
non s'ode che l'ago e l'anello:
ecco, l'ago fra le agili dita
ripete, Stia caldo, sia bello!

Ella prega: un lungo alito d'ave-
marie con un murmure lene...
ella prega; ed ecco un'eco soave
ripete, Sia buono, stia bene!

 


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