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Poesie di Giuseppe Ungaretti

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Stasera

Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia



Malinconia

Calante malinconia lungo il corpo avvinto
al suo destino

Calante notturno abbandono
di corpi a pien'anima presi
nel silenzio vasto
che gli occhi non guardano
ma un'apprensione

Abbandono dolce di corpi
pesanti d'amaro
labbra rapprese
in tornitura di labbra lontane
voluttà crudele di corpi estinti
in voglie inappagabili

Mondo

Attonimento
in una gita folle
di pupille amorose

In una gita che se ne va in fumo
col sonno
e se incontra la morte
è il dormire più vero



Con fuoco

Con fuoco d'occhi un nostalgico lupo
Scorre la quiete nuda.

Non trova che ombre di cielo sul ghiaccio,

Fondono serpi fatue e brevi viole.



Terra

Potrebbe esserci sulla falce
Una lucentezza, e il rumore
Tornare e smarrirsi per grandi
Dalle grotte, e il vento potrebbe
Dall'altro sale gli occhi arrossare...

Potresti la chiglia sommersa
Dislocarsi udire nel largo,
O un gabbiano irarsi a beccare,
Sfuggita la preda, lo specchio...

Del grano di notti e di giorni
Ricolme mostrasti le mani,
Degli avi tirreni delfini
Dipinti vedesti a segreti
Muri navi, vivi volare,
E terra sei ancora di ceneri
D'inventori senza riposo.

Cauto ripotrebbe assopenti farfalle
Stormire agli ulivi da un attimo all'altro
Destare,
Veglie inspirate resterai di estinti,
Insonni interventi di assenti,
La forza di ceneri &endash; ombre
Nel ratto oscillamento degli argenti.

Il vento continui a scrosciare,
Da palme ad abeti lo strepito
Per sempre desoli, silente
Il grido dei morti e più forte.



L'isola

A una proda ove sera era perenne
di anziane selve assorte, scese,
e s'inoltrò
e lo richiamò rumore di penne
ch'erasi sciolto dallo stridulo
batticuore dell''acqua torrida,
e una larva (languiva
e rifioriva) vide;
ritornato a salire vide
ch'era una ninfa e dormiva
ritta abbracciata a un olmo.
In sé da simulacro a fiamma vera
errando, giunse a un prato ove
l'ombra negli occhi s'addensava
delle vergini come
sera appiè degli ulivi;
distillavano i rami
una pioggia pigra di dardi,
qua pecore s'erano appisolate
sotto il liscio tepore,
altre brucavano
la coltre luminosa;
le mani del pastore erano un vetro
levigato da fioca febbre.





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Poesie Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) è stato un poeta e scrittore italiano e viene indicato come il fondatore dell'ermetismo, una corrente letteraria diffusa a partire dagli anni Venti e che influenzerà sensibilmente la poesia italiana successiva.
Tra le principali raccolte di poesie di Ungaretti si ricordano Il porto sepolto, Allegria di naufragi o La terra promessa.