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Poesie di Giuseppe Ungaretti

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In memoria

Si chiamava
Moammed Sceab

Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome

Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè

E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono

L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.

Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera

E forse io solo
so ancora
che visse





Locvizza il 30 settembre 1916.



Senza più peso

Per un Iddio che rida come un bimbo,
tanti gridi di passeri,
tante danze nei rami,

un'anima si fa senza più peso,
i prati hanno una tale tenerezza,
tale pudore negli occhi rivive,

le mani come foglie
s'incantano nell'aria...

Chi teme più, chi giudica?



sono una creatura

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo



Allegria di naufragi (Versa il 14 febbraio 1917)

E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare



Per i morti della resistenza

Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce





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Poesie Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970) è stato un poeta e scrittore italiano e viene indicato come il fondatore dell'ermetismo, una corrente letteraria diffusa a partire dagli anni Venti e che influenzerà sensibilmente la poesia italiana successiva.
Tra le principali raccolte di poesie di Ungaretti si ricordano Il porto sepolto, Allegria di naufragi o La terra promessa.