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Buenos Aires

E la città, adesso, è come una mappa
delle mie umiliazioni e fallimenti;
da quella porta ho visto i tramonti
e davanti a quel marmo ho aspettato invano.
Qui l'incerto ieri e l'oggi diverso
mi hanno offerto i comuni casi
di ogni sorte umana; qui i miei passi
ordiscono il loro incalcolabile labirinto.
Qui la sera cenerognola aspetta
il frutto che le deve il mattino;
qui la mia ombra nella non meno vana
ombra finale si perderà, leggera.
Non ci unisce l'amore ma lo spavento;
sarà per questo che l'amo tanto.

 


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1 commenti    

1 commenti:

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  • Adamo Musella il 13/03/2010 11:50
    L'uomo vive la sua storia nella sua origine, i passi sono quelli del luogo caro e anche amaro della sua città. capolavoro di poetica da parte di Borges.