Salii verso il cielo puro
e accesi la mia veglia tra le stelle,
sopra tutti i sogni.
La terra era una rosa aperta, io la vidi!
Quando le tue mani erano luna,
colsero dal giardino del cielo
i tuoi occhi, violette divine.
Che nostalgia, quando i tuoi occhi
ricordano, di notte, il loro cespo
alla luce morta delle tue mani!
Tutta la mia anima, col suo mondo,
metto nei miei occhi della terra,
per ammirarti, moglie splendida!
Non incontreranno le tue due violette
il leggiadro luogo a cui le elevo
cogliendo nella mia anima l'increato?
Ti riconobbi, perché
guardando l'orma
del tuo piede sul sentiero,
sentii dolore al cuore
che tu calpestasti.
Corsi follemente;
cercai per tutto il giorno,
come un cane senza padrone.
Te n'eri già andato!
E il tuo piede calpestava il mio cuore,
in una fuga senza fine,
come se quello
fosse il cammino
che ti portava via per sempre...
La rosa: la tua nudità fatta grazia.
La fonte: la tua nudità fatta acqua.
La stella: la tua nudità fatta anima.
Per amarti, ho ceduto
il mio cuore al destino.
Non potrai più liberarti
non potrò più liberarmi!
dal destino dell'amore!
Non lo penso, non lo senti;
io e tu siamo tu ed io,
come il mare e come il cielo
sono cielo e mare, senza amore
Come la brezza, mi ricordi
il vento
come il ruscello, mi ricordi
il mare
come la vita, mi ricordi
il cielo;
come la morte, mi ricordi
la terra.