E una donna che stringeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli
Ed egli rispose:
Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero".
E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi.
Sono loro l’essenza del vostro sorriso.
Sono sangue e carne della vostra carne
ma non il vostro sangue e la vostra carne.
Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa.
Attraverso di voi giungono, ma non da voi.
E benché vivano con voi, non vi appartengono.
Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato.
Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono stati scoccati in avanti.
È l’Arciere che guarda il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere;
Poiché come ama egli il volo della freccia, così ama la fermezza dell’arco.
La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria
riesce a passare.
Allora Almitra di nuovo parlò e disse:
Che cos'è il Matrimonio, maestro?
E lui rispose dicendo:
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
E insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unione,
E tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
Voi siete nati insieme
e insieme starete per sempre.
Insieme quando le bianche ali del tempo
sperderanno i vostri giorni.
Insieme nella silenziosa memoria di Dio.
Ma vi sia spazio nella vostra unità
e tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi l'un con l'altra
ma non fatene una prigione d'amore;
piuttosto, vi sia un moto di mare
tra le rive delle vostre anime.
Riempitevi a vicenda le coppe,
ma non bevete da una coppa sola.
Datevi cibo a vicenda,
ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme
e siate giocondi, ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto,
sebbene vibrino di una musica eguale.
Datevi il cuore,
ma l'uno non sia rifugio all'altro.
Poiché soltanto la mano della vita
può contenere i vostri cuori.
Ergetevi insieme, ma non troppo vicini:
poiché il tempio ha colonne distanti
e la quercia e il cipresso non crescono
l'uno all'ombra dell'altro.
L'uomo viaggerà verso la perfezione
quando avrà l'impressione di fondersi
nell'immenso e sconfinato spazio,
di essere come un mare senza spiaggia,
come una fiamma che arde incessantemente,
come una luce che brilla eternamente,
come un placido vento, o come una tempesta impetuosa,
come un cielo burrascoso e squarciato dai lampi,
come un fiumicello o come un rivo lagnoso,
come un albero variopinto all'avvento della primavera
o come un tronco nudo in autunno.
Come campi rigogliosi o distese aride.
Se l'uomo si immedesimasse
in tutti questi meravigliosi elementi,
sarà giunto a metà della via verso la perfezione.
Conquisterà l'apice della perfezione
solo quando si sentirà come un bimbo
che ha bisogno della presenza materna,
e come un uomo che protegge i suoi figli,
come un giovane innamorato.
Come un vecchio che si confronta con i ricordi,
un religioso che prega in un luogo sacro,
un malfattore che giace nella sua cella,
uno scienziato immerso nei suoi studi.
Uno sprovveduto che desidera uno spiraglio
tra la notte inquieta e le tenebre del giorno.
Una pia suora che vive tra i petali
della sua devozione e le spine dell'isolamento.
Una donna di facili costumi che si dibatte tra le zanne
della sua fragilità e le unghie dei suoi desideri.
Un misero che si trascina tra le sue afflizioni
e lo spirito di sopportazione.
E un agiato che è prigioniero tra la sua cupidigia
e la sua coscienza.
E un poeta che si trova fra la nebbia e le luci
della magica aurora.
Quando l'uomo può sperimentare e conoscere
tutto ciò, arriverà alla perfezione e diventerà
l'ombra dell'ombra dell'Onnipotente.
Khalil Gibran (1883 - 1931) è stato un poeta, filosofo e pittore libanese.
Fra le opere più diffuse di Khalil Gibran si ricordano Il Profeta e Massime spirituali.
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