C'è un albero dentro di me
trapiantato al sole
le sue foglie oscillano come pesci di fuoco
le sue foglie cantano come usignoli
è un pezzo già che i viaggiatori sono discesi
dai razzi sul pianeta ch'è in me
parlano una lingua che ho udito in sogno
non ordini non vanterie non preghiere
in me c'è una strada bianca
le formiche passano coi semi di grano
i camion passano col chiasso delle feste
ma il carro funebre - è proibito - non può passare
in me il tempo rimane
come una rosa rossa odorosa
che oggi sia venerdì domani sabato
che il più di me sia passato che resto il meno
me ne infischio
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s'affonda nell'acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell'arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi pieno di gioia
pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
Amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
Nazim Hikmet Ran (1902-1963) è stato un poeta turco naturalizzato polacco.
Riconosciuto come uno dei primi fra i poeti turchi ad utilizzare la tecnica dei versi liberi, ha conosciuto una grande notorietà anche in Occidente e la sua produzione letteraria è stata tradotta in diverse lingue.
La sua opera poetica è stata omaggiata nel 2002, quando la Giornata mondiale della poesia proposta dall'UNESCO venne dedicata ai testi poetici di Hikmet.