Vieni, entra e coglimi, saggiami provami...
comprimimi discioglimi tormentami...
infiammami programmami rinnovami.
Accelera... rallenta... disorientami.
Cuocimi bollimi addentami... covami.
Poi fondimi e confondimi... spaventami...
nuocimi, perdimi e trovami, giovami.
Scovami... ardimi bruciami arroventami.
Stringimi e allentami, calami e aumentami.
Domami, sgominami poi sgomentami...
dissociami divorami... comprovami.
Legami annegami e infine annientami.
Addormentami e ancora entra... riprovami.
Incoronami. Eternami. Inargentami.
Sul bianco della brina a lenti fiocchi
si perde un po' di neve silenziosa;
tu avevi un'ombra nera dentro gli occhi,
ogni giorno ti toglieva qualcosa...
Fa così freddo, ti copro i ginocchi,
tu segui la tua ombra misteriosa,
quella farfalla nera, viva e greve,
non l'hai neanche guardata, quella neve.
Frissi d'amor con arte, d'amor scrissi
senz'arte. . . rifritture di riflussi
riscrissi. . . fuor d'ellissi: pissi pissi.
In rime parossitone mi strussi.
Scema, cosi, al naturale, abissi
non sondai, né riflessi colsi o influssi,
afflussi e deflussi male scissi,
e sulla rena disfeci o costrussi.
Risi, mi afflissi, mi rosi... Fui sussi,
testa di turco e testa anche di cazzo,
lessi assai e nulla trassi... Ti sconfissi
o mio cuore, discussi dei tuoi flussi
e sconquassi, li ressi in imbarazzo...
Vissi o non vissi? Se vissi, malvissi.