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Poesie di Rafael Alberti

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Coprimi, amore, il cielo della bocca

Coprimi, amore, il cielo della bocca
con codesta rapita spuma estrema,
che è gelsomino sapido ed ardente,
germogliato in corallo della roccia.

Amore rendi folle il suo sapore,
il lancinante tuo supremo fiore,
in diadema piegando il suo furore
slabbrato dal garofano mordente.

Oh misurato fluire, amore, oh bel
gorgogliar temperato della neve
in tanto angusta grotta in carne viva,

per rimirar come il tuo fine collo
fa scivolare, amore, grande pioggia
di gelsomini e stelle di saliva!

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Treno amore

Un'altra patria, insonne, non la mia,
d'altro timbro e metallo, gode e illumina
il profilo in rapida penombra
bq. della tua fotografia.

Profilo incerto, annunzio illuminato
seguito da mia ombra che s'affanna
a ridurre la luce di finestra
bq. ad un quadretto nero.

Chiaroscuro vano, un vano duello
che vendicativo spezza lo spazio,
che interrompe un abbraccio fuggitivo
bq. del tuo e mio anelito.

In nessuna stazione, ombra sfuggita
di tua fissa prigione, in nessun punto
tu berrai la luce. T'incita accanto,
bq. ma quanto è lontana!

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I bimbi di Extremadura

I bimbi di Extremadura
vanno scalzi.
Chi ha rubato le loro scarpe?
Li ferisce il caldo e il freddo.
Chi ha strappato i loro vestiti?
La pioggia
bagna loro il letto e il sonno.
Chi demolì la loro casa?
Non sanno
i nomi delle stelle.
Chi chiuse la loro scuola?
I bimbi di Extremadura
sono seri.
Chi fu che rubò i loro giochi?

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Spunta sull'inguine un calor silente

Spunta sull'inguine un calor silente
come un rumor di spuma silenzioso.
Il tulipan prezioso il duro vinco
piega senz'acqua, vivo e prosciugato.

S'alimenta nel sangue un inquietante
ed urgente pensiero bellicoso.
L'esausto fiore perso nel riposo,
bagnato alla radice spezza il sogno.

Scoppia la terra e dal suo ventre perde
la linfa, la sorgente e i verdi pioppi.
Palpita, fruscia, frusta, spinge, esplode.

La vita fende vita in piena vita.
E se la morte vince la partita,
tutto è un allegro campo di battaglia.

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Secondo ricordo

Anche prima,
molto prima della rivolta delle ombre,
e che nel mondo cadessero piume incendiate
e un uccello potesse essere ucciso da un giglio.

Prima,
prima che tu mi domandassi
il numero e il sito del mio corpo.

Assai prima del corpo.

Nell'epoca dell'anima.

Quando tu apristi nella fronte non coronata, del cielo,
la prima dinastia del sogno.

Allorché,
contemplandomi nel nulla,
inventasti la prima parola.

Allora,
il nostro incontro

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