In grembo alla notte nevosa, d'argento,
immensa si stende dormendo, ogni cosa.
Solo una eterna sofferenza è desta
dentro l'anima mia.
E mi domandi perché mai si tace
l'anima mia, senza versarsi in grembo
alla notte che sogna?
Colma di me, traboccherebbe tutta
a spegnere le stelle.
Solitudine mia beata e santa,
così ricca sei tu, pura ed immensa
come un giardino che si desti all'alba.
Solitudine mia beata e santa!
Tieni sbarrate le tue porte d'oro
sì che attenda, di fuori, ogni altra cosa.
Il poeta. lui solo, ha unificato il mondo
che in ognuno di noi in frantumi è scisso.
Del bello è testimone inaudito,
ma esaltando anche ciò che lo tormenta
dà alla rovina purezza infinita:
e persino la furia che annienta si fa mondo.
Vedi come l'uno nell'altro crescono
e nelle loro vene tutto si fa spirito.
Come assi vibrano le due figure, intorno
la ruota irresistibile arde e gira.
Hanno sete e ricevono bevanda,
son desti, ed ecco:i loro occhi vedono.
Lascia che l'uno nell'altra sprofondino
per resistersi
Vien da lungi la Sera, camminando
per la pineta tacita, di neve.
Poi, contro tutte le finestre preme
le sue gelide guance; e, zitta, origlia.
Si fa silenzio, allora, in ogni casa.
Siedono i vecchi, meditando. I bimbi
non si attentano ancora ai loro giuochi.
Cade di mano alle fantesche il fuso.
La Sera ascolta, trepida, pei vetri;
tutti - all'interno - ascoltano la Sera.
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