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In morte del fratello Giovanni

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.

La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.

Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.

Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.

 


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3 commenti    

3 commenti:

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  • giuseppe gianpaolo casarini il 10/01/2013 16:13
    Da leggere in religioso silenzio.. poi meditare sulle immagini.. sui desiderata del Poeta.. sui suoi sentimenti..

    grande Poesia.. grande Ugo..
  • mauri huis il 30/11/2011 07:52
    bellissims e potentissima nella sua disperazione!
  • Maurizio Cortese il 01/10/2011 19:16
    Dolenti versi, forse un po' datati come rappresentazione lirica.