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trieste

Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.



Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,

è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.

 


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5 commenti    

5 commenti:

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  • daniela il 18/09/2013 09:40
    descrizione bella da conoscere Trieste
  • marilena del mare il 17/08/2012 16:46
    LEGGERE SABA è COME OSSERVARE UN DIPINTO IMPRESSIONISTA, PENNELLATE DI PAESAGGI SOSPESI IN GIOCHI DI LUCE
  • il 20/10/2011 17:40
    Una bellissima poesia, un atto d'amore per la città natia che colpisce il cuore.
  • il 13/12/2009 15:46
    grazie. grazie... grazie Umberto per questa folata di terra natia!
  • Marco Giunta il 01/12/2009 22:31
    Fantastica... la poetica di Saba mi colpisce come un tiro di fionda, è semplice ma di impatto e non credo che siano in molti capaci di comunicare tanto amore per la propria città natale con delle parole. Grazie Umberto