Tu sola incanti e te soltanto adoro
Anima eleva, di bontà velata
Ne lo passar schietta, dinanti allegra.
Toto lo core, meco garbo reca:
Obolo grato, ne lo dì supplicio!
Gemere non posso, patir non devo...
Epico fluir, pregia virtù sì veggo
Nube lontana, da la bora spinta
Tarlo ferino, da lo grigio fuito.
Intro l'istrada, Tu, germoglio eterno
Lasci soddisfa e gaia, diffuso ubriaco
Pure piccolo
A lo monte aggrappato
Emetti luce
Sotto la luna bianca
E russi fra le fronne.
Jevano Rosa
E Pasqualino insieme
A far la spesa,
Non trascurando come
Sempre, di indossarli blu.
Uno, nessuno, centomila
nascondono il loro odio.
Accecati da fardelli troppo pesanti,
lambiti da cattivi pensieri,
trovano la forza di vendicarsi
rompendo il muro di paure,
oltrepassandolo con forza e coraggio.
Dittature senza pudore,
ingannano ingenue persone
tradendo il loro diritto,
tradendo la loro dignità.
Accantoniamo le nostre incertezze,
torniamo ad essere uomini liberi
ost
Bea fu la vita
A la quale legato
Rimenbrar giova
Dio dammi quela forza
Oltre lo corpo d'esse.
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Un acrostico è un componimento poetico in cui le lettere iniziali dei versi formano una parola o una frase - Definizione Wikipedia