La notte arrivi così,
Col sorriso sulle spalle
E inondi di lavoro e di gente
La mattina della mia esistenza.
Ladro di sonno, blu non ha più
Questa tetra terra
senza lo sguardo smarrito
che la nutriva adesso è in guerra
perfino con quelle stelle,
Ed era scritto dove?
È in piena il dolore, nessuno!
Solo le lacrime sul petto,
La sera, quando svanisci.
Ti voglio fottere il culo
ricamarti d'oro e d'argento
il corpo da satiro
mentre il sole bacia
le acque del grande lago
tra boscaglia fitta e esotica
tra grida isteriche e soffocate,
tra divieti e canne.
Voglio colpirti forte
al centro del cuore
farti ansimare,
infonderti calore.
Perché non ci sono più regole,
non ci sono più ruoli
solo corpi caldi
e nuovi e vecchi amori.
E p
Esplodeva di sensualità
il tuo canto che vibrar faceva
violentemente quel filo sottile
Che pendeva dal mio cuore
come dalle tue labbra.
Non erano arpeggi soavi,
quelli in cui le dita giocano
tra le corde come tra i capelli
quando giunge la timidezza.
Non era boato di tamburi,
quello in cui le aste colpiscono
le pelli come grandine su pietra
nei temporali estivi.
Era soltanto il fer
Una leggera brezza marina
che ti culla nel respiro del vento,
porta furore e armonia...
non mi sfugge,
Lei è mia!
Ti voglio veder distesa in cielo,
con le stelle a giocar
e le nuvole a farti velo.
Impossibile non,
ammirare il tuo malizioso sorriso...
impallidisce il cuor da rimanerne ucciso.
Oh, se il Sole mai tramontasse,
anzi in ciel pur di notte si elevasse,
ora mio delica
sbuffi, penetri, ti innalzi, ti inabissi...
sinuosa, leggiadra, docile e aggressiva...
mostri nudità inespresse al cielo, ad ogni balzo...
per poi sprofondare negli abissi
timida,
di un'ingenuità latente...
tu, delfino...
il tuo mondo sorride a te:
sbruffi e risa,
onde pacate e tenui risacche
è un tenero e continuo abbraccio, questo respiro del mare,
che rasserena e induce a docili
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