Riluceva come una stella
sulle labbra il tuo sorriso,
allorché i nostri volti
scorgevi sulla soglia.
Dal trono della sofferenza,
immobile regina,
effondevi copiosamente amore.
Un profumo di viole
si espandeva
nella stanza e rapiva noi, tuoi figli:
presenze impalpabili, inebriate e
dimentiche, per pochi istanti,
del tuo martirio.
Mamma Sorriso,
quel trono adesso è vuoto,
ma riec
Non fu che il primo canto fortunato
quel del vagito che s'udì sì forte
al primo piano e rimbombò alle porte
d'ogni palazzo in via San Giovanniello.
Fu il pianto del fenomeno ch'eri nato
per porre fine a quella triste sorte
che si accanì ben diciassette volte
sferrando mortal colpo al tuo fratello.
Enrico dei Caruso fosti chiamato:
al fabbro Marcellin e sua consorte,
Anna Baldi
Se sino ad oggi avete voi saputo
che solo cinque son gli organi di senso
dovete allor saper che c’è ne un altro,
da tutti, o quasi, conosciuto.
Organo
di senso molto ambito
al quale non si da giusta importanza.
Piange e si dispera chi non l’ ha avuto
da molti amato ancor di più temuto.
Organo
palpitante e ribollente
inaugurante della vita,
entra in movimento
E passa Minerva
sempre adombrata
elmo e corazza
e spada puntata.
Ride Venere
un po' zoccoletta
tutta ammicante
ed è sempre maretta.
Ma io amo Giunone
la dea casalinga
cara bianca dolce
come una meringa.
Capelli cotonati
un po' scompigliata
visione stupenda
sorridente ed amata.
Gli occhi son blu
tettoline abbondanti
un vero bijoux
per tutti gli amanti.
Dea semplice
e
Vederti
ogni giorno
non poter averti
un crampo al cuore
sei la mia malattia
e la mia cura
la paura di perderti
senza mai averti avuta
insonni e apatiche notti
passate a scrutare il soffitto
muto di sentimenti
mi perdo
dentro di me il corpo in tempesta
mentre la luna sorride beffarda alla mia finestra
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