Fottiti quel mostro
che ti tormenta,
piccolo marinaio,
imbarcato
su questo giovane legno,
affannato
solca il mare della vita.
Lasciati andare
al piacere della paura
e dispiega l'anima tua,
issata a guisa di vela,
cavalca le onde tumultuose
senza tema di perir tra
orgasmi di vita pieni.
Notte buia
Corro, piango, sudo
Piove su di me
Sul mio corpo nudo
Triste amore
Falsi i tuoi occhi
Piaceri che son finti
Movimenti sporchi
Brindo alla vita
Che dolce ironia
Pur esser un dono
Mai è stata mia
Non ti ho cercato
Eppure ti prendo
Falsa, e perfetta
Su di te mi stendo
Dolce amore
Che non sai di niente
Due occhi splendidi
Due luci spente
Matteo sei nato in un lontano undici ottobre del 1986,
ero presente quando il personale medico ti ha sollevato piangevo di gioia,
ti hanno messo sul petto di mamma e tu hai smesso di piangere,
ho avuto il compito di portarti nella stanza dove erano altri neonati, non sapevo come tenerti,
ma ero felice.
Sono iniziati ad arrivarti regalini e dediche, di tutte ancora oggi ne ricordo due, un
E quando lessi,
per la prima volta,
un tuo celeberrimo poemetto:
"La signorina Felicita, ovvero la felicità",
ero quasi una bambina,
ma l'incanto, coglievo nei tuoi versi
della semplicità
e allora che leggevo,
senza che alcuno mi spiegasse,
mi emozionavo notando,
come poesia e prosa,
diventassero un tutt'uno.
E nelle linee morbide,
nelle tonalità soffuse
di una leggera mal
Ho percorso,
col dito i tuoi versi;
come spiato dal buco
nel bagno
in mutande; indegno
di tanta tenerezza
e schiavo io stesso
di tanta bellezza perversa
spaventata;
spaventosamente urlavi
il tuo
piu' puro
penetrante
sordo
piacere;
e ho pianto
spiato, spiante
nel bagno
in mutande,
indegno,
i tuoi pianti di cigno.
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