Songu
Ciccillo Cavallo
e mi sentu cavallu,
nun penzu
a li nemici,
ma solo
a li amici,
e cu issi
ogni traguardo
festeggio
senza sustegnu.
Piazzale Loreto di Milano
da viale Abruzzi non lontano
fa di sé nella vetrina bella mostra
ancora di fango ricoperta
la Legnano color giallo
dal grande Gino quell'anno
cavalcata nel domare qual
prode vittorioso di Francia
le ostili strade tra Alpi
Pirenei fino a Parigi,
vittoria assai pure propizia
che dalle piazze d'Italia
anco tolse la tensione dopo a
Togliatti il capo comunista
d
Sulla ormeggiar dei blocchi
Il silenzio cala sulla mia mente
Nelle vene scorrono imperterriti
Il ticchettar dei secondi
In viso gocce di adrenalina
scendono come cascate
I piè e le mani diventano
come un grilletto di revolver
Protraendo il capo in avanti scorgo il mio traguardo,
quel traguardo che par così vicino, ma anche fuggente
E fu subito sparo
Non scrivo più
blatero
non scrivo più
mi riparo dal freddo
avvolto in coperte da quattro soldi
sciabbattando per la casa
non scrivo più
seduto e in piedi
ho passato le ultime settimane
appollaiato al collo di una bottiglia
senza un desiderio particolare
senza l'allegria
di un bambino.
Ci sono guerre che si vincono
altre si perdono
altre non dovrebbero
Chiudo gli occhi e
lascio andare i miei pensieri,
emtro in un sogno:
sento un abbraccio
fatto di puro amore.
La sensazione che ne traggo,
mi appaga.
È forse questo che desidero?
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