A volte
invece di scrivere
e
di condire con olio di ricino le nostre insalate
piantando
verbene di pianto nei nostri assoluti empirei
meglio sarebbe attraversarla la pagina bianca
e
veder bene quale magia si presenta a noi dall'altra parte
d'altra parte
dicono però
che non si possa più
poi
dopo aver visto
rivoltar pagina
e
tornar a suonar il liuto
Ma quale poeta,
fottuto pensiero,
sepolto nel fango
fino al collo
Scrivi e vomiti
Pensi e urli
Nemmeno inchiostro
Che macchia le dita
Ti gridano: Smetti!
Lascia il foglio bianco
Meglio uno sputo
O una macchia di sangue
Ma perche' scrivi?
Fatti i cazzi tuoi
Non cambiare le cose
Con parole pesanti
Piangi e basta
Senza scriverlo
Senza lacrime
Solo di rabbia
Spezza il pollice
Ferm
È sempre buio, anche
Quando fa luce
Gioie e tristezze oscillano,
Ma tutte sporche di nero.
Una rara felicità malata...
Non trovo cura.
Quel pensiero di morte
Mi assilla sempre e ovunque,
Si è aggrappato e pesa
Alle mie spalle
Vivo la mia vita
Senza conforti
Sono egoista, lontano dagli altri
Non ho religione, mi rivolgo a me stesso
Esisto chiuso in un mondo
Ristretto,
Senza
La notte siamo più sinceri
non dobbiamo accendere più i ceri
in ossequio al vivere civile
e non esiste più alcun bene e neanche il male.
Non bisogna difendere e mostrare intelligenza
in quello stato riposante d'incoscienza
che ci mette al riparo dal desiderio famelico
ed ogni sentimento si presenta autentico.
Su senza vertigine anche tu puoi volare
precipitando in picchiata senza farti
spiove dal cielo una luce
di stelle gonfie di vento – quasi
provenisse dall’oltre
nel cuore un aprirsi
di sprazzi di pace: vedermi
in tutto con il mio sognare –
il vissuto la vita
sognata
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