Aristotele diceva che la speranza è un sogno fatto da svegli.
Ma se il frutto delle mie speranze,
non mi compare che in sogno.
io non son mai stato desto;
di certo lo preferirei.
Fuggo la lucidità,
nella mia detestabile insicurezza,
non posso che desiderarti
di rifflesso.
Echi e riverberi,
pixel sgranati,
forse,
io e te.
Ma la tivù sta rotta?
Il senso del tempo
ce lo insegna il fiore,
quello caduco del giardino,
quello dal raro splendore,
che poi sfiora senza amore
Il senso del tempo
ce lo insegna la formica,
il cane, il gatto, la farfallina.
Nessuno pensa a domani
già l'oggi è difficile da svoltare.
Abbiamo uno strano concetto del tempo,
siamo le uniche creature sulla terra
che litigano tanto e inutilmente soffrono.
E chi sarò mai?
Solo un cretino
malato di stupide illusioni,
col cervello da candido bambino.
Magari son chi non vorrei,
con il cuore caldo d'un bonzo
che si dibatte tra le fiamme
e fa sempre la figura dello stronzo.
Pensieri sciocchi,
sorrisi sinceri... inebetiti,
versi, si fa per dire, sfilacciati,
ignare sostanze,
un tutto da gettare tra i detriti.
Chi sono dunque io?
Un re che s
È devastante
il vuoto
del cuore,
guardar la vita
ad occhi chiusi,
senza coglier,
tra l'assordante
rumore,
il respiro che fugge.
verso destinazioni disastrose
amori inconcepibili
cuori devastanti in una diabolica nebbia
cerco dio tra le rovine di quest'inferno
gridando nel peggio della mia morte
osservando ciò che inevitabilmente esiste
in questa corsa da tempo terminata
tra me e il mondo
concepita in attimi di vita insistenti
ma le rovine di questo tempo
esaltano voci traballa
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