Il suo fascino era una penna
un po' d'inchiostro virtuale,
roba moderna non migliora, ma non fa male.
Un grande vuoto di pomposo studio
inutilmente cercato come freno
a quest'insolubile teorema:
" La vita è una creatura estrema ".
Lessi sulla rete che letteratura è malata,
nessuno m'aveva avvisata!
Avrei chiamato il medico dei versi,
quello che all'occhialuto segaligno
diede busti
esonda, implacabile,
il fiume della noia...
acqua fangosa
ristagna oltre le rive
della mente.
Immersa nel mortale
tedio
non so chi, o casa essere...
in altalenanti umori,
sono rana, libellula o canna
ondeggiante al vento.
Debbo assolutamente reinventarmi la vita.
Rannicchiato qui dentro
nel più piccolo
di mille sogni concentrici,
mi sono svuotato
girandomeli ad uno ad uno
come un bruco con la sua bava intorno.
Il cielo respirava
un canto mite, lento
Muovendo appena il velo
già grigio
di un tenero tiepido mattino.
Soffiava piano, carezze gentili
su frotte di spighe ripiene di sole
E mormorava, voce sottile
fra betulle gracili e stonate
sul canto allegro dei fringuelli.
Così vibravano, al vento
sui fusti esili e chiari
le chiome folte, d'argento:
Come i cuori incauti e speranzosi
che
Un giorno dissero: " ometto,
elmetto in testa e corri."
Un altro dissero: " uno qualsiasi,
passeggia ma non farti vedere."
Poi me lo dissi da solo:
"se non arrivi lascia stare."
Ripetendo ancora e più forte:
"se sei debole mangia le uova."
Misi a fuoco chi parlava
era lontano ma schiarito
e, di grazia, non fu una sorpresa
ma la voce sembrava diversa.
Aleggi nel limbo, a destra
dove son
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