Sempre agnello il mio cuore
mai leone,
in odore d'estati e primavere;
me lo impone il dovere,
ancora sempre quello,
anche se ora
bandir saprei la spada.
A volte non avrei dovuto,
purtroppo ho ricevuto
la scuola di mia Madre,
strada retta, ferrata,
mai dimenticata
come Lei.
L'alba indugia sul bordo del mondo
appena uscito dai suoi sogni,
l'energia si nasconde
in mani che non toccano
in baci ancora non dati
in onde di tulipani piegati dal vento
nel rosso mare del prato
in farfalle ubriache di luce.
Non è nel voler
neanche nell'aver
la mia vita
si gioca
nel volar
dell'esser
nel tornar ad essere
un alato
messer
galoppando
sul mio Pegaso bianco
mi gaso
di luce
in inconsce effervescenti fantasie
vedendo
ovunque
la Verità e la Falsità tendersi la mano
continua mente
sfuggendosi
Dimentica,
quando del sole hai solo colto la necessità
e in una sufficienza di sguardi
non ti appresti ad ammirare il miracolo,
il vivido colore della rosa.
La rosa ruggisce
in mano ad avvoltoi
che non hanno capito niente
dell'amore.
In giochi di luce
morde
lo spettacolo conturbante
della vita.
La rosa è una speranza
rubata al cerchio
di ogni depressione
e svelatasi all'int
Vano è il tentativo
di chi non
è fiore,
d' indossare la corolla,
stare in un prato,
mischiarsi agli altri fiori,
ondeggiando lo stelo
al soffio del vento.
L'ape,
volando riconosce sempre
il vero
dal sintetico fiore,
così pure la farfalla.
Chi si vanta
di essere ciò
che in realtà non è,
prima o poi
rivela la sua natura,
il suo vero volto.
Conviene
esser sempre se stess
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