Come un affondo grazioso
di parole scolpite nella
candida e lieve pietra della
storia, scrivo in silenzio nello
stesso istante in cui
la Musa,
splendida di innata luce,
risiede osservando
scene di borghese amore!
Miserabilmente
il rigurgito quadernoso
di contorni azzurri
e sfondi pietrosi
non cerca di morire,
finanche all'apparire
compatibile dell'irrealismo
poetico, agonizz
Potrei morire e rifiorire
svuotarmi di lime perfette
di corpi, di resti distorti.
Morire attaccato ad un fiume
con le braccia più nere del vento.
Rinascere poi su un pezzo di gelso
in un mare o su un colosso più duro.
Ma è proprio ciò che mi spaventa
questo colosso che non conosco
questo corpo supremo fatto di firmamento
di fazzoletti d'orto
senza tempo.
brucio i miei ricordi in questa fiamma violenta e rabbiosa,
che si innalza furiosa alimentata dal respiro affannato
e riduce in carboni il dolore e i rimpianti.
mi arroventa, mi esalta, mi appaga e mi distrugge.
quando tutto è passato e non rimangono che residui volanti,
mi accorgo che è tutto intatto
nella mia testarda cassaforte del cuore.
Ehi fratello! Pestilenza è giunto in paese.
Non lo senti?
Non respirare! Pestilenza si nasconde nell'aria.
Ha mille occhi. ha milioni di cadaveri sulle spalle.
Ti infetterà con il suo sangue, non hai scampo, Pestilenza sta già colpendo.
Ehi fratello! Carestia è giunto in paese
ha fame. ha sete. ha voglia di fotterci.
Se ne sta li, fermo, imperterrito, a scrutarci
e le person
Cespugli di more
scaldate dal sole
Cipressi allungati
dallo specchio del lago
Foglie arlecchine
trasportate dal vento
Malinconia silenziosa
che si insinua nelle pieghe dell'anima
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