Era malato,
veniva giornalmente curato
in una camera d'ospedale,
per questo aveva basso il morale
la malattia lo teneva lontano
dall'amata.
La pensava continuamente
e questo era un deterrente
perchè non si lasciasse andare
alla disperazione
ed abbandonarsi al suo male.
Invece lottava con tutte le sue forze
aiutato dai dottori
Che cercavano di fare del loro meglio.
Lui guardava
Sei lì
fermo
davanti alla tua porta
pronto alla difesa.
Un attacco improvvisato
tanto forte quanto inatteso
scritto lì su quelle carte
nero su bianco
comparso in poco tempo
come un fungo velenoso.
Davanti a te solo lui
non ci sono arbitri
né altri giocatori
sugli spalti una folla di spettatori
tutto il tifo è dalla tua parte
non ci saranno assist per te
e il contropiede sa
Il quadrante potrebbe consolarmi
lasciandomi sola
con le lancette tra le dita
ma io
voglio dipinger ponti levatoi
nell’atto di scendere
tra le braccia e la mente
al sicuro
Pesto il sale
nella creta che indusse la barba
a modellarla
e l’involucro diviene contenuto
e la terra sposta l’asse
e il fuoco si determina
e la scia
prende colore
Cosa resta
cosa
abbandona
il nost
Pensieri come organza
velano la mente
nella testa è una mattanza
sei la vittima del niente.
A volte perdo il tempo
mi blocco, mi fermo
ciò che ho intorno si trasforma
si scioglie, si riforma.
Ma i rumori,
i rumori rimangono immutati.
Il cinguettar degli uccelli
e il loro sbatter d'ali.
Non sono più fuori
in piazza
ma dentro
in un giardino
Sfavillante
è il verde attorno a me
e tranquillo
giaccio puro come un bambino.
Seduto su una panchina
fisso il vuoto
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