La pelle arsa di sole e di salsedine,
t'avventuri sull'acqua o pescatore,
ferma la mano sul timone e fissi
l'orizzonte con l'occhio scrutatore.
Esposto ad intemperie, a notte infida,
lontano dalla terra in sonno avvolta,
tu oscuro eroe affronti ogni periglio
e speranzoso segui la tua rotta.
Ti sbalza l'onda, fischia forte il vento,
senti sul volto lo schiaffo del mare,
ma impavi
Così ridevano.
Li chiamarono briganti
Le amiche del cuore.
Salvatore, questa è la vita;
La bella società,
Una madre,
Moglie a pezzi,
Le tredici rose,
La donna velata...
... Posso chiamarti amore?
è di metallo dorato
per spostare l’attenzione
emette fasci di luce
che ingannano il buio e
convogliano su taglienti scogliere
Nelle fornaci vetrarie
di ideologie e fedi
la produzione più consistente
È riciclabile
(da “mestieri” Edizione 1994)
Saranno forse gli anni,
tanti, fin qui trascorsi
saranno forse i morsi
dei tribolati affanni,
che mi hanno reso avaro
di parole suadenti,
di dolci sentimenti,
tesoro ancor più raro.
Posso cantare i fatti
della passata vita
ma il nuovo non m'invita
a raccontarne gli atti.
Il tempo non consente
di rinnovar la prosa,
il fine di ogni cosa
purtroppo è già imminente.
Cortese mio lett
Non c’è cielo
che riesca a specchiarsi
nell’acqua fangosa ove affondano i piedi.
Prone, in file parallele,
avanzano sguazzando,
le mani vescicate ad artigliar le erbacce,
un unico esercito in parata,
impeccabilmente misero.
Nel sole che dardeggia,
fra gli sciami di irritanti moscerini,
ogni tanto s’alza un canto di speranza disperata,
di riscatto di una dignità derisa,
lordata
Questa sezione contiene una raccolta di opere su lavoro e mestieri