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Gesso sulla lavagna

Sono sudato, ridicolo
mentre aspetto goccie dagli occhi.
Si, e' solo un solco
Piccolo solco corroso.
Tienimi fermo, non schiacciare,
legami le mani al collo.
Prego, ora prego urlando
Boato squarciante le budella.
Non esce,
carcere della sofferenza,
guardiano dell'oblio.
Non ti basta questa lezione?
Muoviti, cerca di fuggire,
arrampicati su gessose pareti.
Lavagne nere, gesso bianco.
Scrivi, cerca di scrivere,
parole tonde e fluide
escono da nulla e tutto.
Piangi, piangi un poco ancora,
silenzioso, sempre in quell'angolo
medesimi passi furtivi.
In quest'istante
La nitida sensazione
di averti dentro.
Arrenditi, ora arrenditi,
salta su quel pino alto
ed issa la tua bandiera bianca.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 12/09/2012 13:11
    Stile e contenuto sublime. Complimenti vivissimi!

2 commenti:

  • Anonimo il 12/09/2012 15:30
    Belle sensazioni fisiche e visive per esprimere momenti di profonda introspezione.
    Complimenti!
  • Anonimo il 11/09/2012 15:19
    Una lirica davvero fantastica per le poetiche immagini che donano valore all'intera pubblicazione. Sinceri complimenti.

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