Petali d'inerzia scoccati dal tempo,
bolle di sapone soffiate dal fato.
Spezzando i legacci d'arcaica clausura
la mente rigetta gli avanzi e le pene.
Che crolli ogni ponte battuto dal senso,
strappiamo la tela che, invano, sostiene
la cupa e beffarda menzogna del cielo.
Fittizia è la luce degli astri assennati.
Ha inizio la marcia dei figli svuotati,
cammino tracciato da un velo d'incenso.
Un grido sconnesso come ultima impronta,
supremo sigillo d'eterna rottura.