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Il volo del gabbiano
Ho voltato e rivoltato questa nuca
sulle falde morbide di un cuscino
mentre dalle pieghe della mente
distintamente, giungevano dei messaggi.
Pensavo, che di ogni pensiero
vale un unico gioco.
Quello dello scrivere che si unisce al sogno.
Come le mani infantili, di due inseparabili amici,
che non si rilasciano mai, neppure quando...
entrambe* dovrebbero essere impegnate
a sparare con fucili di gomma
o nella lotta corpo a corpo
durante le loro ingenue, ma meticolose, interpretazioni
della dura realtà.
" E poi?" mi chiedesti.
E poi niente. Ne rímane solo il tratto.
Lo sai che la memoria è ingannevole.
Non mi ci posso affidare
come ad una carta ed a una penna!
Mai lirica così bella era sgorgata dalle mie labbra!
Ohimè, se n' è andata!
dissolta nei vapori acquei di quest'alba.
Non importa, forse un giorno tornerà,
tornerà da me, per non lasciarmi.
Per farmi dire quello che ora non ricordo.
Poi la getterò in alto, al passaggio di un gabbiano
che con gratitudine raccoglierà quelle parole prese al volo.
Felice di assurgere ad un ruolo
diverso da quello di "parassita del mare".
(titolo che con dispregio ha ricevuto
dai pescatori di ogni nazionalità)
Non più scacciato, ne` deriso,
egli volerà oltre le Alpi,
ridiscendendo il Po per un tratto
per poi sfiorare le fronde degli olmi,
dei castagni e degli oliveti.
Passeggierà inquieto per le stradine di Gubbio
incerto nell'aver smarrito la rotta,
e adornerà per un istante la piramide di Caio Cestio
credendo di far parte di un effige.
Riprenderà quel volo
fino a giungere alla baia di Napoli
dove si riposerà per un momento
sopra una bitta, sulla banchina del porto.
Proseguirà poi il suo volo
fino a quel lucernario, fino a quel tetto
nella cui grondaia arrugginita
si sono depositate foglie ed altri oggetti portati dal vento.
Planerà con maestria e si poserà
sul cornicione di una finestra non-adorna
di quei fiori, ai quali spesso
qualcuno ha dimenticato di dare da bere.
Un giorno dissi: " La miglior visione del mondo
è quella che si ha a volo d'uccello".
Ed è vero, non c'è niente di meglio.
Guardare gli altri senza essere visti.
Anche se... quel mio guardare
non è corporeo, non è colpevole,
ma puro come un viaggio astrale.
(così come questo gabbiano
- messaggero di parole ispirate -
ha pensato solo a volare.)
Il volo del gabbiano e il mio viaggio astrale,
la scrittura che si unisce al sogno,
ma dimmi qual'è la rabbia che dentro ti divora?
cos'è quel pianto che non riesce a sgorgare?
Quell'amore di donna che ti ha tanto deluso?
o la vita che ti ha rubato le cose più care?
(Il gabbiano non chiede permessi
per venirti a trovare, egli
ha già vissuto, ohimé,
quel che tu devi ancor espiare. )
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0 recensioni:
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- Grazie Gio Porta, anche il tuo commento è quasi una poesia.
Qualcuno avrà trovato una risposta in quel viaggio e in quelle parole?
Forse, non si sa. Ed è il bello dell'Italia (il viaggio è un viaggio in Italia, percorsa da nord a sud) e della nostra vita.
- Mi piace. Il pensiero passando dalla parola torna ad essere pensiero che vola in un fantastico viaggio che lo porta li dove torna ad essere parola e forse anche risposta.
- È un viaggio... un viaggio nella vita.
Una poesia che ho scritto in risposta ad un'altra che mi era stata
inviata da Mirante.
- molto originale apprezzata
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