Il lampo d'aurora desta il mio riposo
tra le dune e gli aghi di macchia
un'ombra di nuvola si allontana piano
le sue orme mi invitano all'acqua
Getto uno sguardo alla forma del mio giaciglio
alle api sull'oleandro come pianeti a gravitare
alla foresta di formiche sul monte sabbia
alle ultime falene della notte
Lavo i miei piedi e le mie mani
tergo il mio viso
nella frescura trasparente rinvengo
il vento muove le mie lunghe ciocche
come quelle di un salice riverse
Luminescenze brillanti compaiono e dissolvono
in giochi innocenti di piccole onde
lo zenit cade a picco sulla mia pelle
nel silenzio che precede il declino
Sfiori la mia mano senza toccarmi
insieme osserviamo la grande stella
bruciare un altro immenso confine
di ulivi vecchi come questo mondo
Il mare asciuga i suoi cristalli
in piccole pozze tra le rocce
mostri la via ove risiedono perfetti
piumati florilegi e l'oro del polline
La mia lacrima contiene il tuo tempo
l'avorio dei miei denti il tuo sorriso
per quest'amore senza fine mi condanni
a vivere sulla terra il tuo paradiso