Alberi giganteschi esplodono in alto
come colonne di cattedrali
i rami sù sù quali braccia
a formare volte goticheggianti:
sembrano navate di chiesa.
Quando un raggio di sole riesce a passare
produce luminosità surreale in nebbia d'incenso.
Sotto,
la vita, che aborrisce il buio,
lotta.
Ogni pianta, anche la più piccola, si aggroviglia verso l'alto
avvinghiandosi alle altre,
quelle che non ci riescono imparano l'arte di scappare dall'ombra.
Crescono piante su piante,
muschi
e insetti inverosimili
e uccelli dal piumaggio iridescente
e, senza vederli, si intuiscono serpenti.
La piroga, cauta, riprende la via del ritorno
e al tramonto giungiamo al villaggio
dove assalito son dai bambini.
Sporchi e vestiti laceri
ma
i loro occhi, grandi,
mai potrò scordare.
Offro loro i soldi che mi son rimasti
non li vogliono
non elemosina chiedono
fanno a gara per aiutarmi a scaricare le cose.
Quegli occhi...
quei grandi occhi...
mi son rimasti impressi nella mente...