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Canto II

Un po' stupito a tal parole
dissi al fiore:
- Tu che di saggezza
infondi il sole,
dimmi ora
che cagione grezza
ebbero tali battaglie
e di quali scaglie
li combattenti lor fouro
perché questo pensiero
in me diletta.-

- Oh tu, che vaghi
in meta dell'oblio
guarda ora questo sentiero
come è martoriato e nero
della coscienza della gente
e delli atti crudeli
che loro pessimismo assente
recò all'ora fatale.
In sette parti esso è suddiviso:
questa è la prima e dell'animo perverso
del cauto tuttavia dell'indeciso
che presero sul loro cuor possesso
simboleggia il tradimento dei propri valori
il secondo più tremendo
ma è distante sì che da qui non vedi,
resiste senza onore il gelo freddo
ma s'affianca accanto al caldo del deserto
in oltre il cielo là diventa aperto
per picchiare il sol di potenza mortale
e simboleggia l'impunita violenza a fin di male
il terzo poi fa gelar la pelle,
grandi cornacchie rintronano l'umano
che ha deciso di giungere alle stelle
esse sono i cori
malvagi degli adulatori
che percorso impediscono la retta.
La quarta, se ancor non sei fuggito,
rende duro il camminare cauto
di un lungo tratto di pietra in lauto
pieno di strappi come quelli de li cuori
degli amanti uccisi dagli amori
che falsamente regalarono dei fiori
ma ti perseguitano finché non muori.
La quinta è ancora più temuta:
un lungo viale di marmo alberato
fiancheggia a piedi rasi un cimitero
fa che la vita tua ti sia piaciuta
e no crollar dentro quella tomba muta

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 04/06/2013 08:12
    Apprezzatissima questa tua straordinaria.

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