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Mattino agreste

Al primo cenno di materna face
s'anima il bosco, splende la pianura.
Il contadin si leva, il mondo giace;
odierne cure attende la coltura

nei campi, tra sudori mattutini.
Contemplano il lavoro gli uccelletti,
smaniando per i semi, i quieti equini
e i sauri sovra logori muretti.

Come alto rito si consuma, attento,
lo sforzo degli onesti laboriosi
che impiegano speranza e sentimento
a corteggiare gli orti generosi.

 

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7 recensioni:

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  • Anonimo il 11/06/2013 19:43
    Un testo che presenta un buon accostamento di immagini poetiche, sospese tra velati romanticismi ed un'evidente introspezione, celata nei versi, in maniera altalenante. Le metafore si consumano, durante la loro funzione, dopo essere state un anello di congiunzione tra il sentire dell'autore e l'immedesimarsi nello scorrere del MATTINO AGRESTE, intensamente vissuto dal contadino. Emblematica resta la chiusa che sintetizza i pensieri del poeta. Piaciuta, per stesura e contenuto!
  • Don Pompeo Mongiello il 11/06/2013 13:29
    Scusa, voleva essere una recensione, e ben meritata.
  • Vincenzo Capitanucci il 11/06/2013 06:03
    Bellissima Alessandro... come un buon contadino che gira le sue zolle per arearle... il Poeta deve essere al passo con sé stesso... coltiverà i suoi metri di orto... sia con metrica... sia con versi sciolti... a Lui la scelta del seme...

    anche se l'uso raramente... e a volte la nascondo spezzando i versi... considero la metrica una stella... che apre una porta di ricerca su un cielo più lontano...
  • silvia leuzzi il 09/06/2013 21:29
    Troppo classica Ale... quel genere bucolico che ci sta tutto al suo tempo... anche se capisco l'ispirazione che ha mosso la tua penna.. forse anche l'esercizio di varie specie di poesia, per trovare il tuo stile e il tuo spessore. È giusto cercare e sperimentare, lo faccio anche io... tu andrai più lontano sicuro
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 09/06/2013 20:59
    Nonostante la mia emotività ancora acerba, tendo ad avere una visione disincantata di questo mondo, che trasmetto nelle mie opere cercando l'equilibrio perfetto tra forma e contenuto.
  • Anonimo il 09/06/2013 16:46
    Un impiego produttivo, quello del contadino, in armonia con la natura.
    Bellissima Alessandro!
  • Rocco Michele LETTINI il 09/06/2013 16:43
    Mattino agreste che sa di eccelso vate... tutto è un aureo costrutto... IL MIO ELOGIO ALESSANDRO

16 commenti:

  • Don Pompeo Mongiello il 11/06/2013 09:43
    Attento osservatore ed astuto paroliere. Bravissimo!
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 10/06/2013 09:08
    nn credo, sai! sia così facile stereotiparci; ognuno è fine a se stesso... E nn credo nn ci sia imposizione dal momento che ti metti lì a contare le sillabe; questa, per me sarebbe già una costrizione! cmq dai, va bene così: io la vedo a modo mio e tu a modo tuo... ecco pk il mondo è bello, e come vedi nn c'è alcun clone del clone... buon prosieguo
  • laura il 10/06/2013 09:05
    Il contadino è un lavoro faticoso ed impegnativo! Ho sempre ammirato e rispettato questo mestiere, ritengo che uomini che lo svolgono, sono davvero un esempio di cosa significhi lavorare e fare sacrifici! Una bella poesia un saluto
  • Anonimo il 09/06/2013 23:08
    " Ma cosa significa essere al passo coi tempi? Bisogna prima essere al passo con se stessi, e in questo stile, pur con le mie falle, mi trovo molto a mio agio."
    Ed è questo l'importante caro Alessandro.
    Grazie per avere pubblicato una bella poesia sui contadini... sulla vita in campagna.
  • Alessandro il 09/06/2013 23:05
    Cacciato nella seconda strofa. Una cosa che faccio spesso. Continuo a chiedermi cosa tu intenda per "liberare la parola da vincoli". La metrica non è un vincolo, è un'occasione, una sfida che può risultare difficile, ma il prodotto finale ne guadagna in armonia. Questa scrittura non me la impongo, semplicemente sono io. So che la moda di oggi consiste nel verso più che libero, frasi frammentate, soluzioni inedite. Lo stile con cui ho iniziato io, ma mi sentivo incompleto, anche se continuo a rispettare chi lo usa, se il lavoro esce bene. Ma siamo sicuri che, con l'ossessione di liberare la parola dal "vincolo" del classico, non finiremo per omologarci?
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 09/06/2013 22:44
    Non è vero che scrivi male ma è il modo in cui ti poni ed il mio è un personale sentire il verso in altra maniera: caspiterina, nel corso della storia della letteratura hanno lottato per liberare la parola da vincoli ma... se ti ci senti a tuo agio... fa te! Una domanda: il quinto verso non andava unito al quarto, come periodo? o è finito nella seconda strofa per farne 3 da 4?
  • Alessandro il 09/06/2013 22:16
    Forse è stata la mia reazione a essere sproporzionata. Le critiche le accetto volentieri, perché so di non scrivere bene. Quello che scatena in me un campanello d'allarme è l'attacco alla metro classico, che viene relegato a uno schema scolastico, privo di personalità e non al passo coi tempi. Ma cosa significa essere al passo coi tempi? Bisogna prima essere al passo con se stessi, e in questo stile, pur con le mie falle, mi trovo molto a mio agio.
  • silvia leuzzi il 09/06/2013 22:14
    Per quanto mi riguarda io non parlo di metrica, la quale la sto rispolverando visto che, come forse ben sai, ho trascorso 20 anni della mia vita a fare ben altro che poesie. Io parlavo solo di argomentazione della poesia che ha un sapore antico. Ma beninteso se sei stato in campagna ( faccio un esempio )e il guardarti intorno ti ha ispirato questo, va bene figurati!!! Era il tema e come è esposto che aveva un sapore antico. Ma torno a ripetere non volevo assolutamente urtare la tua suscettibilità... era così per parlare tra amici, senza alcuna supponenza. ti abbraccio con affetto Silvia
  • Alessandro il 09/06/2013 22:05
    Nessun atto d'accusa, a te tantomeno. Lo sai che ti stimo. Ma scordarsi della metrica non porta a una maggiore naturalità espressiva. Aborrirla a prescindere, bollandola come antica, significa omologarsi ai finti rivoluzionari del verso.
  • silvia leuzzi il 09/06/2013 21:54
    Alessandro caro non volevo urtare la tua suscettibilità. Ho espresso il mio punto di vista di lettore mediocre e decisamente meno preparato di te, ci mancherebbe. Rimane il fatto che a me ha fatto l'effetto di una cosa già letta... ma è solo una mia modesta impressione e non voleva essere saccente o quant'altro. Nel caso ti sia sembrata così, ti porgo le mie pubbliche scuse... ci mancherebbe altro. Ciao amico
  • Alessandro il 09/06/2013 21:42
    Rispondo sia a Silvia che a freiheit: se restare "imbrigliato all'antico" significa dare musicalità al verso, non credo proprio di volermi mettere "al passo coi tempi". I concetti che voglio trasmettere non vengono affatto annacquati dalla costruzione metrica, se devo scegliere tra coerenza e rima, sacrifico sempre la seconda. Mi sento a mio agio scrivendo così, e di stili ne ho provati parecchi. Ma questo lo sento come io. Il verso in metrica viene visto come una prigione solo da chi non ha le capacità o il coraggio per confrontarvisi senza forzature.
  • sılɐɹʇsnɐ snɐʞ il 09/06/2013 21:05
    nn è partita la parte della recensione: dicevo... "Mi piacerebbe leggere l'autore privo di influenze scolastiche che tendono a nasconderne la vera personalità, chiudendo i versi in briglie anticate. La poesie deve andare al passo con i tempi ed i ragazzi devono parlare, muovendo il proprio cervello e le proprie mani...
  • Anonimo il 09/06/2013 21:01
    mi è partito il commento...
    In contatto con la natura... lo fanno con sentimento e onestà ...
    Bella dedica Ale. Bravo.
  • Anonimo il 09/06/2013 20:53
    Un lavoro duro quello del contadino... ma lo fanno con gioia
  • karen tognini il 09/06/2013 18:08
    Sei davvero bravissimo.. stile tutto tuo.. bellissimo! Contemplano il lavoro gli uccelletti,
    smaniando per i semi, i quieti equini
    e i sauri sovra logori muretti.
  • Anonimo il 09/06/2013 17:21
    lavoro svolto con amore... corteggiare orti che generosamente daranno i loro frutti... bella ale...

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