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Prigioniera di un lunghissimo libro verde e azzurro di terra
Mentre la notte
penso
sillabando
nella mia mente
effusioni
di incendiarie scintille dal glauco equilibrio
-la troppo fredda Scilla si agita al bando con la troppo vorace Cariddi -
rifugiato
per volare
nello stretto strappo dell'immenso
sotto ad un piumino di piume che ormai di bianco ha soltanto la luce riflessa dalle pareti verdi azzurre dell'anima
alle nuove variabili forme che potrebbe assumere il Tuo formoso corpo nel linguaggio forestale del mio cuore
Ti sento
gemere dagli scaffali della libreria
Poesia
trafitta dal vestale dolore di essere stata confinata fra le pagine chiuse di un libro vicino a mille romanzi di guerre e di paci di resurrezioni e di sogni portati via e riportati sulle nostre vie da leggendari pellegrini russi
miti a caratterizzare i ricordi di un infinito amore finito in esilio nella casa dei morti
ed io
son qui
come un idiota senza voce pieno di delitti e di castighi
a guardarti
cercando di dissetarmi nel vestire il mio corpo nudo di seta
fra petali di ginestra apparsi alla mia finestra con balzi di leopardiana voce
con guance accese da tamarindi e di rose lungo i viali inebriati dalla salsedine del mare
correre
a piedi nudi nelle rugiade del mattino andando sull'orizzonte ad anticipare il sole per offrirlo al Tuo Amore prima che nascesse negli occhi del mondo
in quale cielo ti hanno confinato
mia divina
Tu
che hai conosciuto di ogni emozione l'inferno
dove anche la più luminosa fiamma trascritta donava alla Tua anima soltanto scintilla di tenebra
Tu
avvolta nel purgatorio delle attese accarezzi un viso mai visto speranzosa che ti porti nel paradiso di un beato amore coronato da angeliche passioni
Tu
prigioniera
del Tuo vivere
fra le pagine di un libro
non hai mai voluto essere un solitario paradiso ma una luce beata distribuita su ogni angolo di crocevia e strada del mondo
ami
sederti a tavola con la gente
come un seme semantico dal pianto antico
sfuggito al non fiorire del tempo
versi
negli occhi calici di romantici conviviali
le labbra alate
delle Tue parole
il miglior vino che un uomo possa mai bere nella sua vita è fra i tralci del Tuo vigneto
nel verseggiar leggero
desideroso di trovare ancora
stanza libere
nell'albergo del cielo
con l'immortale vista di una spiaggia eterna allungata in brivido di sole su un oceano d'amore
svaligiato
a piene mani da ogni pesante ancorante mobilio
dalle borse vetrine
dei Tuoi più arguti sogni
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1 recensioni:
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- TRA POCO SARA' PUBBLICATA UNA MIA CHE CONDANNA QUANTO IN QUESTI GIORNI CI STA OFFENDENDO... SPERO CHE ABBIA ALMENO LE LETTURE DOVUTE...
QUANTO AL TUO TESTO UN PICCOLO-GRANDE POEMETTO DILIGENTEMENTE COSTRUTTO... IL MIO EENCOMIO E IL MIO AUGURIO DI UNA SERENA SETTIMANA.
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