Lo iodio invade carezzevole,
in primitive eppur ancora scintillanti,
lingue di spiaggia vergine;
si mette a lucido,
come donna
a sempiterna seduzione educata,
la pelle mai desquamata
di questo mare pittore e musico,
sorridono riverenti e sovrani,
impronte di ciottoli freschi di millenni,
e di conchiglie
che bambine ridivengono leggiadre
nello sguardo di chi donò loro
il bacio solido e imperituro
dell'inafferrabile bellezza.
Ondeggiano tremanti
fantasmi di navi
che d'aroma di pesce e salsedine
rilucono e si pavoneggiano,
stende il consumato porto,
scie amorevoli di ormeggi
e preghiere a marinai
tornati o dispersi.
Eccovi, carrugi incantati
scrigni di soavi cammini
di cui voi soltanto
il senso custodite e decifrate,
le sue dita
di crescita ancor inconsapevole
ancora orfane ed ebbre
affida il delicato bimbo
all'abbraccio alleato del sole.
Quante poesie
d'amori troppo presto svaniti,
perchè troppo presto germogliati,
sempre si annideranno
tra fasci di sdraio, ombrelloni e cabine?
Tracce incancellabili
di bagni adolescenti e spensierati,
agli abissi dell'acqua,
sempre si doneranno
alfieri d'una storia forse anonima,
che rivestirsi sa di mille nomi.
Ti adoro, Liguria,
che d'ancestrale luce
fosti e sei diadema ed emblema
lo senti, Finale,
il mio cuore che la mano ti tende,
il tuo lungomare scintillante
omaggiando e venerando
come il primo giorno
in cui mi fosti
cartolina di sogni
che come superbe lanterne
la scia pur malferma della vita
indorano e nobilitano.