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Edison e volta

Mente prostrata,
al biondo spumeggiare,
di un'elettricità
armonica eppur ingovernabile,
fieri ci riscoprimmo,
allor forse
nulla più ci stringeva la mano,
d'un abbozzo deforme
di consapevolezza di missione.
Pel mondo procedere e far procedere,
in un morbido fascio di luce,
di portentosa daga sfidare,
gl'insidiosi graffi
d'un'irremovibile,
pettoruta oscurità
ecco la missione ineguagliabile,
che tra maestosi lampioni
antichi eppur sempre nuovi
è ruggito e respiro
di strade nell'anonimato sperse,
o raggianti viali imperiali.
Come freccia di dolcezza,
incunearti sai,
pila sognata
che ti inventasti,
in parola, contorno di desiderio,
nell'inanimato
che per animarsi fu creato.
Incontrastato ondeggia
lo sfuggente serpente luminoso,
d'innatural eppur vitale illuminare,
padre e cesellatore.
E la realtà sorride tutt'intorno,
baciata, carezzata
da illusione di sempiterno giorno.
Non obliarmi, te ne prego,
esile ma poderosa pila,
chè con il mio ingegno
umile ma gravido,
sospingerti volli e seppi,
oltre le labbra tremanti del tempo.
Felice ti scorgo troneggiare,
tra i sentieri di progresso avidi,
di questo inquieto duemila,
severa eppur delicata lampadina,
pronta sii sempre,
ad amoreggiare con la sera,
per concederti al sonno la mattina.

 

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1 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 04/08/2013 10:59
    Un elogiare stupendo da far inchinar lo capo agli stessi. Bravissimo!

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