Era ad ornamento d'un giardino,
mutato a pergolato e circondato
da un vecchio porticato
di quel che fu un convento
che, senza vocazioni,
era diventato abitazioni.
Delle finestre sotto il davanzale
fino alla torre della chiesa
correva sopra il colonnato
un prominente cornicione a muro.
Ne era affascinato un ragazzone
che alla luna svelava il suo segreto.
Viso alla parete, spalle verso il vuoto,
a torso nudo e scalzo sullo sbalzo,
si dirigeva dritto al campanile
e quindi per le scale giù in chiesa.
L'assenza di rumori e il buio pesto
spaventato avrebbero chiunque
ma lui si sentiva in compagnia
teneramente con Gesù e Maria.
Il lumicino vicino al Sacramento
genuflesso lo scorgeva a stento.
A mani giunte e con gli occhi in alto
si colpiva il petto e bisbigliava
che Iddio soltanto comprendeva,
si compiaceva e gli sorrideva.
L'oscurità lo vide molto spesso
alzato sulle punte levitare
salire in alto e quindi declinare
con in volto un magico riflesso.
Niun lo vide mai sul cornicione
ma chi lo conosceva lo diceva santo
e santo diventò quel ragazzone.