Sono un movimento
Immobile nel fremito
Della mia carne
Un anima madida
Che s'agita
A bordo delle ginocchia
Distruggendosi, contrapposta
In una sostanza che mi stringe
Fra i cerchi, della mia natura
Non tengo idee
Solo pensieri di rugiada
Consegnate ai cuscini di notte
Sempre fecondi
Roboantemente vivi
Sono azzanno
Alla lingua, che fende la parola
Insolente respiro
Divorato a denti stretti
Una distruzione gaudente
Che trasuda, fra parabole
Di anche, bianche e nude
Non sono che un impudente
Frontiera dipanata
Nel calore del corpo
In assenza di delicata
Profondità ferito
Da spessa lama