Fuggì ogni convinzione
nel tedio che snatura,
che ci rifà delusi;
ho perso la ragione,
del bello la misura:
m'annoio nei paesaggi,
fisso le vuote mura;
converso con gli ottusi
e insulto onesti e saggi;
negli incontri serali,
tra il vin che va scorrendo
e il tintinnar di tazze
mi esagito, stupendo
amici e commensali;
mi cheto alle proteste
che riempiono le piazze;
sorrido ai funerali
e piango nelle feste.
Io sono il nulla eterno
che grida e gira in tondo.
Sudando su un quaderno
omaggio e irrido il mondo.