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Un poeta non é una poesia

Quando cominciò a sentirsi
Come un sogno in estate
Nel cuore di un morto
Prese a contare i tramonti
Come le stelle, il buio:
Senza troppa speranza
Di farne mai parte.

Sapeva che un giorno come un altro
Si sarebbe risvegliato
Con un seme di gioia
Tra le dita.
Avrebbe saputo, quel giorno
Come darsi nuova acqua,
Nuova terra,
Nuova luce.

Ma quel giorno, per ora
Sembrava non dovesse mai
Arrivare.
Il giorno di adesso era invece
Tanti giorni senza occhi.
Tante ore senza pancia.
Tanti istanti di sangue macchiato
Di nessun colore.

Fosse stato un dottore
Avrebbe usato contro sé
Parole lame precise e senza sapore, come:
Depressione.
Ma era soltanto un poeta
E dunque non gli restava
Che continuare a mettere insieme
Parole sull’orlo
Dell’urlo.
E andare a capo.

Fosse stato un demonio
Avrebbe pregato il buon dio
Porgendo un altro cielo
Di malefatte pentite
Con la lingua pronta al perdono (e perdonami & amen).
Ma era soltanto un poeta
E al dio degli uomini
Avrebbe preferito sempre
Il dio dei brividi
E della mai finita bellezza.

Fosse stato una Poesia
Avrebbe smesso di cercare,
Provare a capire
O aspettare.
Sarebbe stato il foglio che la vince sull’idea dell’anima.
Il suono che piega il significato.
Il ricordo mai nostalgico
Che rende vecchio il presente.

L’uomo che resiste bambino.
Senza più colpa,
Miserie

O sensi di.

 

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1 commenti:

  • laura cuppone il 13/09/2007 00:16
    rispetto il tuo punto di vista anche se non lo condivido appieno, ma una cosa vera la dici...
    il poeta non è una poesia... ma un uomo che trasuda fantasia e sogni e rabbia e fame..
    bella osservazione..
    ciao L

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