Era guerra di lenzuola
un combattimento sul materasso
tra finti orgasmi
che finivano nello squallore del mattino.
Mi accusava di trattarlo
come una puttana
appena escogitavo qualcosa.
Non te lo concede troppo spesso
che quel sorriso pudico
senza parlare ti rinfaccia
di essere troppo lenta
o troppo veloce
troppo impietuosa
troppo gentile
o addiritura troppo pesante
e con la pelle così delicata
che bastava baciarlo
troppo appassionatamente
per lasciargli il segno
un marchio
un livido.
Povero chéri salice piangente
aveva sprecato
il suo talento
la sua bellezza
la sua fortuna
lui era tutto
il fiore supremo
del giardino rigoglioso.
L'anima mi andava
in cancrena.