A Te
che con voce rauca
disegni primavere
nelle borse dei miei occhi
A Te
che con ago e filo
ricami
vivi argenti
dai miei usuali silenzi
A Te
e al nostro impossibile sogno
di volare via
insieme
come
fanno gli uccelli
liberi
di esprimerci
in un canto del cielo
A Te
e a quel misterioso fischio di un merlo
che richiama l'esser mio
come un cane
alle ali del Tuo castello
dove
i raggi di sole
sanno ancora tramutarsi in piccioni viaggiatori
ad unir
in un unico volo
le nostre
lontanissime
colombaie