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L'aveva tanto amato

Lei si, l'aveva tanto amato
appassionatamente
con la forza d'una sinfonia,
teneramente come un neonato
con il piacere della nostalgia.
L'abiezione mista alla paura
con dolore intimo e raccolto
ogni fantasia sopportato
con l'illusione che un di, mutato,
l'avrebbe ancora e tanto amata.
Ma propese per lenire il danno.
Un giorno caricò la delusione,
amarezza, scontento, disinganno,
disagio, tristezza e frustrazione,
e lontano traslocò l'affanno.
Lui non si curò giacché l'amava,
di certo a modo suo senza calore,
ché della forma lui non si curava.
Musica suonò di cuori infranti
canzoni che slegavano catene
lavavano le pene e le paure,
anche se sentiva soffocare.
Definì così con sue misure
ch'amare fosse solo soddisfare;
di dosso si scrollò d'ogni rimpianto,
scordò bassezze, voglie e le brutture
che da sempre l'avevano distinto
e solo restò nel suo recinto,
segnando senza amore la sua sorte
certamente peggiore della morte.

 

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4 commenti     8 recensioni    

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8 recensioni:

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  • n questa poesia vi è tutto il dispiacere che una persona incontra quando l'amore non è corrisposto e quindi, bisogna traslocare i pensieri e le amarezze; traslocare il proprio amore.
    Caro Ugo, io non sono bravo nel commentare le poesie, ma so distinguere le poesie scritte con eleganza poetica. Complimenti
  • Anonimo il 12/04/2014 15:53
    In questa poesia vi è tutto il dispiacere che una persona incontra quando l'amore non è corrisposto e quindi, bisogna traslocare i pensieri e le amarezze; traslocare il proprio amore.
    Caro Ugo, io non sono bravo nel commentare le poesie, ma so distinguere le poesie scritte con eleganza poetica. Complimenti
  • Anonimo il 11/04/2014 23:06
    Lì per lì pensavo l'avessi scritta per me. Sembrava qualcosa di familiare. Poi i versi sono andati da un'altra parte e mi sono accorto che non ero io. In me è rimasto comunque l'amore mentre lo squallore (non mio) se l'è portato via che l'aveva soltanto celato fin dall'inizio. La storia si conclude lo stesso in solitudine e con la morte nel cuore. Ma penso che non sono alla fine io quello che sono morto davvero.
  • Caterina Russotti il 11/04/2014 19:04
    Solo quando un'amore finisce... Ci si rende conto che rimanere soli talvolta è peggiore della morte. Versi molto belli e tristi ma che fan comprendere che solo quando ci mettiamo a nudo possiamo scoprire quel che veramente ci sta a cuore... Meravigliosa
  • Anonimo il 11/04/2014 14:54
    Mi viene in mente una frase: L'amore questo sconosciuto!
    In effetti, anche quando crediamo di amare, alla fine, dobbiamo arrenderci all'evidenza che non sappiamo amare e che non tutti amiamo allo stesso modo.
    Forse le delusioni nascono pure dal fatto che riteniamo giusto il nostro modo di amare, anche per l'altro diverso da noi, ma questa è solo una riflessione che mi suscita questa poesia. Bellissima Ugo!
  • Maurizio Cortese il 11/04/2014 12:38
    La solitudine infernale di chi non sa amare, descritta con pennellate ora brusche ora leggere dal Mastrogiovanni, con il suo poetare sopraffino, come nel verso "lontano traslocò l'affanno": tre parole per indicare passato, presente e futuro di quell'amata.
  • Thomas il 11/04/2014 12:12
    Bellissimo e triste. complimenti
  • Rocco Michele LETTINI il 11/04/2014 11:41
    Una delusione amorosa è sì peggiore della morte quando si è amato appassionatamente, o con la tenerezza di un neonato... Un profondo verseggio saputamente forgiato... C'È MAESTRIA UGO NEL TUO POETAR... IL MIO ELOGIO...

4 commenti:

  • loretta margherita citarei il 12/04/2014 03:54
    come sempre splendido verseggiare il tuo, ciao ugo
  • Alessandro il 11/04/2014 21:31
    Quando si cerca di spezzare a forza un legame inscindibile. Come rimediare?
  • Chira il 11/04/2014 17:52
    Lei si, l'aveva tanto amato... lui forse a modo suo e tutto finì...
    Tantissime storie sono così. Bellissima Ugo!
    Chiara
  • Maria Teresa il 11/04/2014 14:53
    Bella.
    Amara, ma bella.
    Negli ultimi due versi si condensano, non solo tristezza e solitudine ma anche l'immensa delusione per un amore non ricambiato e/o finito.

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