Mi altaleno realmente in quel poco
che nella pelle ormai m'è rimasto inciso.
Svanivano le nubi nel loro dondolio,
si univano in enormi mistiche e bianche creature
come se accompagnassero il volo instabile
degli uccelli che seppur senza direzione,
vagavano sotto l'acqua di rade goccioline
che cadevan pur sul volto mio.
Tutto il pianeta va avanti ed indietro
in un continuo dondolio,
avanti nella danza della monotonia.
Il paese quasi disabitato mi mostra i suoi colli.
Come ondeggiando vedo scender le scale,
nel camminare, passo incorre il passo.
Curiosa curiosità,
tutto ancora danza,
danza la brezza tiepida della primavera
che timidamente si prepara a terminar
la sua prima giornata.