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Duemila Quattordici

sovrapposte cellule mono luci eccentriche
incorrono nei corridoi dell anima
trovando fogli, figli e fumi di fuliggine
spaziando nel vuoto cosmico delle decerebrazioni
cerebrali di sciocchi aghi per le allodole
armoniche caustiche monotone e cosmiche note
irreali, dispotiche consulenze avvertite sacrificate
nei ruoli del mondo del tremila

nei modi dei mondi del duemila
che io mordo le mie mani
nei giorni di mondi del duemila
dove ti fanno tappare le ali
senza futuro con un presente alla deriva

guerrieri urbani scorrono nelle metropolitane
come metropolitani
eroi d'oggi moderni e sacrificati a vite vissute
ubbidienti saccenti microcosmi che si uniscono e si unirono
nel ceppo dell'italia beata quando lo fu
la crisi è essenziale ai ceti medio alti
la crisi è anormale nascosta come aborti quaggiù
e in vitree mie si vedono genti

e in vita nelle mie vitree accade ciò che non vorrei vedere
tripudio di genti inneggianti al niente

 

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1 recensioni:

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  • Rocco Michele LETTINI il 28/05/2014 05:55
    UN ACUTO PENSIERO LASCIATO MIRABILMENTE PER DAR A INTENDERE CIO' CHE L'UMANO È STANCO A VEDERE "tripudio di genti inneggianti al niente".

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