Verrà un giorno che canteremo coi galli
alle prime luci dell'alba su un ponte di legno
sospeso tra la terra il mare e il cielo.
Verrà un giorno che ululeremo coi lupi
per ringraziare la luna piena che illumina
i nostri passi e ci fa trovar la strada.
Verrà un giorno che brucheremo con le mucche
l'erba bagnata di rugiada mattutina
per sentire il sapore del verde ormai perduto.
Verrà un giorno che torneremo a cogliere
le ciliege rosse sugli alberi per mangiarle
come fanno gli uccelli migratori in volo.
Verrà un giorno che correremo liberi
come cavalli selvaggi senza padroni
per sentire il vento caldo sulla faccia.
Verrà un giorno che giocheremo coi delfini
sulle onde increspate del mare azzurro
per tornar bambini ancora con un cuore.
Verrà un giorno... ma non ci dovranno
esser più le sbarre a separare umani ed animali,
non ci dovranno esser più le gabbie in cui
rinchiudere chi ci chiede carezze e un po' di cibo.
Verrà un giorno... ma non ci dovranno
esser più armi di sterminio, macelli e mattatoi,
folle urlanti nelle arene e sangue sparso nella sabbia,
uomini con fruste e corde ad umiliare e maltrattare.
Verrà un giorno... ma non ci dovranno
esser più randagi nelle strade a razzolare nei rifiuti,
non più veleni, abbandoni e catene appese al collo
per far vedere al mondo il padrone ed il suo schiavo.
Verrà un giorno... ma non ci dovranno
esser più umani in camice bianco che in nome
di un progresso falso e delirante massacrano,
torturano, strappano la pelle a chi grida di dolore.
Verrà quel giorno se l'uomo vorrà essere migliore,
se vorrà vivere in pace con se stesso e col creato,
perché i campi di sterminio non sono mai finiti
e perché le urla di dolore di chi non ha difese
trafiggono le orecchie e i cuori di chi sente
quelle offese come fatte sulla propria pelle.