Le tempie incanutite
nel silenzio la folta chioma
ha solo bianche striature ingiallite
incatenate a un'esistenza monocroma
fremono le membra indebolite.
Giorni immutabili
il tempo scorre tiranno
affossa speranze defili
di sogni che sole non avranno.
Un pensier m'assale
ribelle e scalpitante
avanza irrazionale
luce accecante
della memoria antica s'avvale.
È questa dunque la morte
per quanto si cerchi con insistenza
è sempre Lei a decidere la sorte.
Arcano il suo disegno
disseminato di sentieri contorti
a cui senza capir non mi rassegno
i suoi insegnamenti voglio assorti
per trarre risposte cui abbisogno.
Tre volte ha rimandato
il fatale incontro
a dubbio atroce fui condannato
della solitudine ho fatto antro.
A scontar di vite passate le malefatte
vuole ancor su questa terra io sia
e all'alma le immonde azion detratte
al fin dell'universo comprender poesia.