Esangue
giunge
il poeta sulla spiaggia della sua amata chimera
ha camminato troppo sulle lande muschiate del suo cuore con tacchi a spillo desiderando il corpo di una lontana stella del cielo di una bellezza indescrivibile
adesso
traforato
nell'anima da troppi anni-luce percorsi nel buio più totale
senza
più forze
vive
in una torre
a
un passo dal mare
troppo piccolo
e
troppo grande nello stesso tempo per essere un semplice gabbiano ed evadere dal promontorio su cui le sue mani di sabbia credendosi ali si sono arenate
- la sua vita guardandola in uno specchio mi sembra ridicola come un garofano all'occhiello posto su un abito trasandato -
si sdraia
nel suo pallido profilo d'infinito
non vi è più nessuno
intorno a lui
nemmeno
il calore rosso del sole
ha perso
oltre che la testa
anche la fisicità della terra
non fu più possibile nel passare dei giorni reperire negli occhi del mondo cosa o chi avesse amato
l'autore Vincenzo Capitanucci ha riportato queste note sull'opera
Dio-tima dove sei... vieni e placami da questo Caos del tempo...