Tre terre avea Rumi, tre regni:
del sole, della luna e la terra oscura.
ed un solo prence da tutti amato.
Acre invidia si impadronì del principe Nero
che ricorse a sortilegio contro il fratello.
Con subdolo inganno il matrimonio promise
alla Maga Romilda che poi uccise.
In cambio la pozione maledetta volle
atta a mutar in ispido lupo
chiunque un sol sorso bevuto avesse,
e ciò durasse per anni mille,
trascorsi i quali, se al sortilegio non posta fine fosse,
tal condizion per sempre permanesse.
Fu così che il regno d'ombra gli altri superò
con l'odio, con la forza e con viltà.
Bandito ogni colore
permesso solo il nero fu.
La luce del sole non allietò mai più
e nebbia fitta scese sui tre regni.
Terrore ed ombra tremar fecero tutti
elfi, fate, gnomi e folletti.
Uomini e donne, vecchi e bambini
divennero servi del Nero padrone.
Appressandosi la fine degli anni mille
il perfido principe il suo fido chiamò:
il cavaliere dalla nera armatura.
"Voglio ed esigo il cuor di mio fratello.
E non fallire, con vita tua risponderai."
Il cavaliere nero si inchinò
e, salito in groppa al suo destriero,
al galoppo, all'istante, se ne andò.